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Progetto Gorgona 2021/2022 – Il carcere delle libertà

La Fondazione Carlo Laviosa è impegnata nella conclusione del “Progetto Gorgona 2021/2022 – Il carcere delle libertà”, ideato e coordinato da Flavia Bertolli, docente del liceo scientifico Majorana di Capannori e membro del consiglio di amministrazione della stessa Fondazione, che ha tra i suoi obiettivi principali quello di sviluppare e sostenere progetti e azioni con forte valenza sociale ed educativa. Il Progetto Gorgona ha coinvolto in questi mesi oltre 200 studenti degli istituti superiori di Lucca, Capannori, Livorno e Cecina, che dopo un lavoro di studio sui principi alla base dell’articolo 27 della Costituzione Italiana e sulla necessità del reinserimento in società dei detenuti che hanno scontato la loro pena, hanno avuto l’opportunità di conoscere la realtà rieducativa e lavorativa di Gorgona visitandola insieme ai loro insegnanti e sotto la guida di esperti ambientali e di alcuni detenuti.

VISITA – Sull’isola i ragazzi hanno potuto constatare l’attuazione e l’efficacia di un sistema detentivo in cui  ai detenuti presenti – attualmente circa un centinaio – viene offerta concretamente la possibilità di scontare la proprio pena ricostruendo la propria identità di cittadini attivi e consapevoli grazie al lavoro agricolo, edile, e all’accudimento degli animali, nonché  la sistemazione della sentieristica e della viabilità dell’isola.
Durante la visita dei ragazzi sull’isola il Direttore Dottor Carlo Alberto Mazzerbo ha regalato ai giovani ospiti la possibilità di incontrarlo sulla terrazza dello Spaccio davanti allo splendido panorama che abbraccia mare e cielo e lontani orizzonti.

“Come tutte le isole carcere – ha spiegato ai ragazzi il direttore Carlo Mazzerbo – Gorgona,  sede di un istituto penitenziario dal 1896, si è da sempre caratterizzata per il regime aperto di cui possono fruire i detenuti impegnati prevalentemente in attività di carattere agricolo. La filosofia alla base del ‘modello Gorgona” è infatti la creazione di una vera e propria comunità dove ogni detenuto ha la possibilità di fornire il proprio contributo, con uno specifico ruolo che ne sviluppi il senso di appartenenza, condivisone e responsabilità”.
Alla base di questa filosofia si trova l’impegno di tutti, guardie e detenuti, amministrativi ed educatori, volontari e personale sanitario di lavorare, vivere e agire all’insegna del costante e concreto rispetto verso gli altri, così come verso sé stessi.

IL CONCORSO- I ragazzi del liceo scientifico Majorana di Capannori, dell’Istituto Tecnologico-Agrario Brancoli Busdraghi  di Lucca, dell’Istituto Nautico Cappellini di Livorno, dell’Istituto professionale Orlando di Livorno e del Liceo Fermi di Cecina, sono stati chiamati a rielaborare i nuovi orizzonti civici ed etici esplorati a Gorgona, attraverso la realizzazione di pannelli grafici e video.
Con i risultati del loro lavoro parteciperanno a un concorso indetto dalla Fondazione che premierà gli elaborati che meglio avranno sviluppato le indicazioni e gli obiettivi: illustrare in maniera permeante e chiara “i valori dell’educazione e del lavoro come strumenti per l’acquisizione della libertà dell’individuo”. Libertà non solo intesa in senso geografico, ma interiore, Libertà come capacità di essere ciò che può facilitare lo sviluppo di una vita serena  e non essere ciò che conduce all’annientamento di sé e delle propria capacità di vivere all’insegna della piena espressione delle proprie doti e desideri.

LA MOSTRA – I  lavori degli studenti saranno esposti dal 21 maggio al 2 luglio 2022 nelle sale dei Bottini dell’Olio, negli spazi al primo piano prospicenti la biblioteca, in una mostra promossa dalla Fondazione Laviosa nell’ambito delle iniziative che celebrano il Centenario dell’azienda.
Insieme ai prodotti degli studenti saranno esposte anche la collezione di foto della guardia Pierangelo Campolattano e i risultati fotografici del laboratorio svolto dal fotografo Francesco Sinni.
Campolattano da anni ritrae con sapiente e attenta delicatezza momenti e protagonisti del lavoro e luoghi dell’isola. La collezione di foto di Sinni sono istantanee e autoritratti fatti dagli stessi detenuti che hanno partecipato al laboratorio tenuto dal freelance , che nei fine settimana del 2014, 2015 e 2016,  si è recato sull’isola per insegnare con generosità e competenza l’arte della fotografia agli internati. Alcuni di questi hanno raggiunto una professionalità tale da risultare spendibile nel mondo del lavoro una volta completato il periodo detentivo.

LAVORO E RESPONSABILITA’  DEGLI ENTI TERRITORIALI – La Fondazione Laviosa è in contatto con la Camera di Commercio di Livorno e Piombino per formare e connettere i futuri ex detenuti alle aziende che hanno bisogno di loro. Dopo che un detenuto ha espiato la sua pena ed acquisito una professionalità, ha infatti diritto a essere riammesso nella società di cui ora ha gli strumenti per farne parte in maniera responsabile e  produttiva. Coloro che dopo aver pagato il proprio debito con la giustizia vengono respinti dalla società, di cui fanno parte a tutti gli effetti, non avranno altra scelta che tornare a delinquere. Il problema della recidiva è un peso e un pericolo per tutti noi cittadini. Le istituzioni e gli organismi territoriali devono farsi carico e pertanto attuare quelle indicazioni (Art 77 della legge del 1975), che chiamano il Presidente della Camera di Commercio, le organizzazioni sindacali il rappresentante dei coltivatori diretti, il Direttore dell’Ufficio Provinciale del Lavoro gli altri membri del Comitato a fornire interventi concreti affinché la legge sia attuata per il Bene e il  rispetto di tutti. Doveroso quindi ricordare l’ Art 4 della nostra Costituzione: “ La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto …”

RICREAZIONE- Il carcere di Gorgona affronta e garantisce al detenuto il pieno espletamento dei suoi diritti di individuo come soggetto lavorativo, ma anche come persona nella sua interezza:  includendo la sfera familiare, intellettuale, spirituale  e ricreativa. Sull’isola si trova una chiesa che ospita e rispetta  il credo religioso di ognuno,  una scuola dove i detenuti possono ripercorrere le tappe che le avversità della vita gli hanno negato,  un campo sportivo dove si svolgono tornei di calcio tra tutte le professionalità presenti,  una biblioteca che si adopera per arricchire e fortificare il carattere e la visione degli internati. Le attività culturali, sportive e ricreative sono attività volte a una sola finalità : il reinserimento sociale

FORZA E IMPORTANZA DEGLI AFFETTI FAMILIARI – Particolare cura viene riservata ai colloqui con i familiari: a Gorgona è stato creato un’area protetta con un giardino con giochi per bambini e spazi privati e dove le famiglie e i  detenuti possono ritrovarsi per mantenere e fortificare quelle relazioni di affetto indispensabili per la redenzione e il recupero di sé stessi. A Gorgona lavoro e umanità sono ambiti riconosciuti e praticati, una dimostrazione che ciò è possibile.

CONCLUSIONE. Visitare Gorgona e riflettere su Gorgona è un’opportunità di crescita e consapevolezza del concetto di legalità, redenzione, recupero riabilitazione. Già gli illuministi del ‘700, Cesare Beccaria in primis, avevano inteso e promosso una riconsiderazione della cruda brutalità della pena intesa come afflizione del corpo e dello spirito. I secoli e le vite perse per questa  limitante ed erronea visione ci portano a Gorgona, l’isola della rinascita, il carcere della libertà.

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