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“Torneremo a viaggiare: il lavoro nel turismo fra tradizione e nuove forme di ospitalità” – concorso fotografico aperto da martedì 23 marzo 2021 a mezzanotte del 16 maggio p.v.

C’era una volta il turismo.

Vengono subito alla mente i Grand Hotel delle località rinomate, con signore in lungo e camerieri in livrea, o la crociera di lusso nel Mediterraneo; ma anche i piccoli alberghi con vista panoramica e cucina casalinga, la pensioncina che si prenota da un anno all’altro, dove si sta come a casa, o “stessa spiaggia stesso mare”.

Ma il turismo, che a lungo è stato questo, è cambiato insieme con la società, assecondando e talvolta anticipando le esigenze di un pubblico sempre più vasto e curioso, dando vita a nuove e coinvolgenti esperienze: turismo avventura, resort a tema, turismo green e new age, campeggi con gioco di ruolo, fino alla sharing economy che ha prodotto, proprio in questo settore, alcuni dei fenomeni più vistosi degli ultimi tempi. Ecco dunque, da condividere, il loft a Milano, l’appartamentino a Mondello o, addirittura, il venti metri con cabina armatoriale ancorato all’Argentario.

Per ciascuna di queste situazioni schiere di persone che le hanno pensate, animate, mantenute in vita, rinnovate, difese, amate. Camerieri, addetti alle pulizie, direttori, cuochi, famiglie accoglienti; tutti quelli che, anche con una stanzina a disposizione, si sono inventati host e diventati a loro volta guest (per fortuna l’inglese ha due parole diverse per chi ospita e chi viene ospitato); gli animatori dei villaggi e i tour operator, i fornitori, i designer, e chissà quanti altri ancora.

Poi c’è stata l’ultima puntata, cupa. Protagonista un virus maledetto che in un attimo ha cancellato il turismo, frustrato le aspirazioni delle persone, messo in ginocchio gli operatori, costretto il paesaggio entro nuovi confini.

C’era una volta il turismo e stop.

Ci sarà ancora? Si, senz’altro, è difficile fermare, per fortuna, la curiosità delle persone, la voglia di conoscere, di stupirsi o semplicemente di riposare dopo un anno di fatiche. Come sarà si può provare a immaginarlo. Forse un turismo di prossimità, almeno per un certo periodo; sicuramente attento all’ecologia, perché ormai pare che l’abbiamo capito, se vogliamo salvare noi stessi, anche dalle pandemie, dobbiamo pensare di salvare l’ambiente.

Chiediamo allora allo sguardo dei fotografi di descrivere tutto questo, cogliendone gli aspetti sentimentali, ma anche critici, ironici o grotteschi. O prefigurando, con la suggestione e la potenza dell’immagine, quello che potrà essere.

Affinché l’arte ci aiuti a capire quello che sfugge alla conoscenza razionale, e ci accompagni e ci sostenga lungo un cammino difficile.

Simona Manfredini
Organizzazione e Relazioni pubbliche
Fondazione Carlo Laviosa

Fondazione Laviosa