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Giovedì 14 marzo ore 18.00, presso Museo della Città – Luogo Pio Arte Contemporanea, Livorno incontro con l’artista Eva Frapiccini.
Appuntamento nell’ambito delle iniziative legate alla mostra Letizia Battaglia. Fotografie allestita negli spazi de I Granai di Villa Mimbelli, curato dal Direttore Scientifico Musei Civici Livorno Paola Tognon.

Eva Frapiccini, che oggi vive e lavora fra l’Italia e il Regno Unito, fonda la sua ricerca artistica su di un accurato lavoro di documentazione e utilizza il medium della fotografia muovendosi attraverso i differenti codici delle arti visuali.

In questa visione a tutto tondo inciampo 01 è Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l’Anima (2018) installazione concessa in prestito dal Musinf – Museo Comunale d’Arte Moderna, dell’Informazione e della Fotografia di Senigallia –  che viene allestita negli spazi del Luogo Pio Arte Contemporanea fino al 29 settembre 2019.

Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l’Anima, opera ideata da Eva Frapiccini è il frutto di un progetto partecipativo che ha coinvolto archivi storici e centri studi sulle mafie, familiari delle vittime, scuole e biblioteche di Palermo e del resto di Italia, in un percorso di ricerca sui personaggi che hanno caratterizzato la stagione di lotta alla mafia tra gli anni ’70 e ’90 del XX secolo. L’approccio scelto dall’artista focalizza la dimensione intima che si manifesta nelle testimonianze del lavoro di magistrati, giornalisti, sindacalisti e ispettori di Polizia, o cittadini che hanno speso la propria vita contro la mafia. Attraverso la documentazione fotografica il progetto mette in luce gli strumenti quotidiani, come appunti, discorsi, registri e note, raccolti e custoditi nei molti archivi privati. Il lavoro dell’artista è dunque un archivio in fieri, che tramite un’installazione accessibile, consultabile e coinvolgente, invita il pubblico ad addentrarsi nella quotidianità dei singoli percorsi. L’analisi dell’artista è rivolta in particolare alle relazioni tra le linee investigative che sono state seguite in parallelo, o a distanza di anni, da persone diverse. Tali piste sono state interrotte poiché costituivano una minaccia per i traffici mafiosi; le persone sono state uccise, ricorda l’artista con questo lavoro, proprio perché troppo brave nella loro La struttura-archivio, che esternamente si presenta come un unico corpo cubico, è composta internamente da 6 moduli montati verticalmente su dei cassetti estraibili a mò di singoli espositori fotografici, dentro i quali sono incastonate a coppie le fotografie.

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Fondazione Laviosa