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Nell’ambito del progetto “Fotografia e Mondo del Lavoro”, negli spazi dei Granai di Villa Mimbelli nel complesso del Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, la Fondazione Carlo Laviosa propone in collaborazione con il Comune di Livorno la mostra di una delle figure più importanti della fotografia contemporanea, Letizia Battaglia.

LETIZIA BATTAGLIA – Fotografie” riunisce cinquanta fotografie: pagine di cronaca diventate documenti storici che raccontano il volto dell’Italia in trasformazione. Il percorso, spiega il curatore della mostra Serafino Fasulo, “non segue un andamento cronologico o tematico ma intende tro­vare un filo conduttore tra l’atroce ed il bello come tracce degli archetipi che generano le azioni umane”. E prosegue “il lavoro di Letizia Battaglia, una giovane di 83 anni, è stato spesso sommariamente etichettato come testimonianza sugli omicidi di Mafia ma ciò è riduttivo. La Battaglia è stata sì una fotografa di trincea (nomen omen) … ma ci ha illuminati ed arricchiti anche con la sua incessante ricerca della bellezza e della dignità: le sue foto restituiscono il pathos delle tragedie greche, il dolore ed il sublime.”

Da sempre Letizia Battaglia si esprime nel rigore del bianco e nero. Afferma di non amare il colore: “ancora oggi il solo pensare al rosso del sangue mi fa star male. Penso che il bianco e nero sia più silenzioso, solenne, rispettoso. Anche quando guardo la fotografia degli altri cerco il bianco e nero. È un gusto artistico, del mezzo, del risultato”. Eppure nelle sue fotografie, suggerisce Paola Tognon nel testo critico in catalogo, “non c’è bianco e nero perché non c’è buono e cattivo, e tantomeno c’è buonismo o moraleggiante pietas, invece, proprio attraverso il contrasto deciso tipico delle sue immagini, ciò che appare è tutta l’evidenza e la condizione della complessità umana (…) molte fra le immagini ci danno brani di contesto, parti della sua Palermo, abbandonata e ritrovata, che assurge però ad esemplificazione di un palcoscenico unico e insieme universale della storia umana”.

Per la Battaglia la fotografia nasce da un’urgenza etica ed è strettamente legata alla vita. Fotografare per lei significa farsi prossimi agli altri e raccontarne il dolore. “Non a caso usa un grandangolo capace di dare grande profondità all’immagine, con i protagonisti in primo piano, come se fossimo loro vicini, compagni coi quali condividere un breve tratto di strada”, sottolinea Padre Andrea Dall’Asta nel suo contributo in catalogo.

In mostra, accanto agli scatti che testimoniano alcuni fatti salienti di cronaca italiana, la Palermo popolare, i ritratti di donne e bambini ma anche i ricevimenti mondani che restituiscono il fascino gattopardesco dell’aristocrazia siciliana.

“Letizia Battaglia” – il catalogo a corredo dell’evento – conterrà oltre agli interventi istituzionali, i saggi critici di Andrea Dall’Asta SJ, Direttore della Galleria San Fedele di Milano, di Paola Tognon, Direttore Scientifico dei Musei Civici Livorno, di Serafino Fasulo, Direttore Artistico della Fondazione Carlo Laviosa. I proventi della pubblicazione, in vendita presso il bookshop del museo, saranno interamente utilizzati per il progetto “Fotografia e Mondo del Lavoro”.

Letizia Battaglia nasce a Palermo nel 1935. Fotografa, artista, regista, ambientalista, politica, editrice, è tra le prime donne fotoreporter in Italia. Nel 1974 inizia la sua carriera di fotografa per il quotidiano L’ORA di Palermo e con il collega e compagno Franco Zecchin fonda l’agenzia “Informazione Fotografica”. Cronista di frontiera, documenta la Palermo in cui la mafia fronteggia lo Stato e regola i propri conti amministrando con il sangue la legge del territorio. Immortala poliziotti, giudici e uomini delle istituzioni in prima fila nella lotta contro Cosa Nostra. Consegna alla storia fotografie di Giorgio Boris Giuliano, del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella (ritratto, appena ucciso, tra le braccia del fratello Sergio, l’attuale presidente della Repubblica), del generale Dalla Chiesa, dei magistrati Falcone e Borsellino. Ritrae intellettuali come Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound, diventa amica di grandi fotografi come Diane Arbus, Sebastião Salgado, Josef Koudelka. Letizia Battaglia passa in rassegna quarant’anni di vita e società italiana. Il suo obiettivo si trova sempre là dove è necessario raccontare: dagli scontri di piazza agli omicidi di mafia, dalle carceri agli ospedali psichiatrici. Ma i suoi soggetti preferiti, dichiara, restano sempre le donne e i bambini. E’ la prima europea a ricevere nel 1985 a New York il Premio Eugene Smith per il fotogiornalismo (riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life, assegnato annualmente a chi si è distinto in ambito sociale, economico, politico o ambientale). Nel 1991 fonda la rivista bimestrale realizzata da sole donne ” Mezzocielo”. Nel 1999 vince The Mother Johnson Achievement for Life San Francisco. Nel 2007 l’Associazione Tedesca per la Fotografia (DGPh) le assegna The Erich Salomon Prize. Nel 2009 viene premiata con il Cornell Capa Infinity Award. Peace Women Across the Globe la segnala tra le 1000 donne per il Nobel per la pace. Nel 2017 il New York Times la inserisce (unica italiana) fra le undici donne più influenti del mondo e il MAXXI di Roma le rende omaggio dedicandole un’antologica che raccoglie più di duecento scatti, provini, vintage e documenti inediti. Oltre che in Italia Letizia Battaglia ha esposto nei Paesi dell’Est, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Tiene lecture e workshop per musei e istituzioni in Italia e all’estero. Dal 2017 dirige e cura la selezione di mostre e incontri dedicati alla fotografia storica e contemporanea del Centro Internazionale di Fotografia, presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.

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Foto evento

 

Fondazione Laviosa